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Bimbo di 10 mesi morto al nido, parla la maestra: «Mi sono accorta che qualcosa non andava, ma era troppo tardi»

«Sono sconvolta, era un bambino tranquillo e bellissimo. È una tragedia enorme». Sono queste le parole della maestra dell’asilo in cui è morto questa mattina il bimbo di 10 mesi. L’educatrice dell’asilo nido all’Appio è stata la prima a dare l’allarme, dopo essersi resa conto che qualcosa non andava.

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«Mi sono accorta io che c’era qualcosa che non andava – ha raccontato uscendo dalla caserma dei carabinieri – ho chiamato subito i soccorsi che sono stati velocissimi. Purtroppo non c’è stato nulla da fare». Ora sono in corso le indagini, ma si crede possa trattarsi di una cosiddetta “morte in culla”.

Negli anni la comunità scientifica ha identificato alcuni fattori che favoriscono la morte in culla. «Il rischio – spiega Reale – aumenta con alcuni fattori favorenti. Per esempio in ambienti troppo caldi, in bimbi che hanno gemelli o madri troppo giovani. Anche l’uso di droga dei genitori fa crescere le probabilità. Infine è particolarmente importante la posizione dei bambini durante il sonno: non devono mai dormire proni. Negli Usa, con una campagna mirata a correggere la posizione nella culla – riferisce – si sono dimezzate le morti in tre anni. Quando i bambini dormono a pancia in giù, infatti, rischiano di morire non tanto per soffocamento ma perché respirano l’anidride carbonica che producono. Una causa che non si evidenzia nell’esame autoptico». In moltissimi casi, però, indagini di qualità, fanno emergere cause drammaticamente più precise, legate ad esempio a malformazioni cardiache o violenza. «In Inghilterra un’ampia indagine sulle morti in culla ha fatto emergere che le maggioranza dei decessi era legata a manovre violente dei padri per far smettere il pianto».

Bimbo di 10 mesi morto al nido, parla la maestra: «Mi sono accorta che qualcosa non andava, ma era troppo tardi»ultima modifica: 2019-05-28T19:30:30+02:00da giulia7517
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