I fatti al vaglio del giudice risalgono a novembre 2014. Dopo un bisticcio in piena notte con la compagna, Claudio D’Alessio secondo la ricostruzione del pm Mario Dovinola avrebbe maltrattato la domestica che lo aveva invitato ad abbassare i toni. Per poi sbatterla fuori casa in pigiama e ciabatte. «Ha provato a lanciarmi una sedia», aveva scritto nella denuncia. «Poi mi ha strattonato e sbattuto contro il muro, buttandomi la valigia fuori casa. Solo perché gli avevo chiesto l’ultimo stipendio. Non mi pagava e maltrattava». La donna, era stata soccorsa da un precedente datore di lavoro, che ieri ha testimoniato in aula. Subito medicata in pronto soccorso aveva avuto una prima una prognosi di tre giorni, divenuti 23 per gli stati d’ansia. Assistita dall’avvocato Francesco Di Ciollo ora è parte civile nel processo.
Nella denuncia aveva specificato di essere stata costretta pure a lavorare in nero, a stare a disposizione sempre, a dormire in una mansarda senza armadio e senza porta e ad attenersi pure al divieto di consumare pasti in casa. «Mi ha denunciato per i soldi», si è sempre difeso D’Alessio Junior, «mai sfiorata con un dito». Intanto ha perso la causa di lavoro. A breve la sentenza sulle botte. A prova dei strattonamenti subiti agli atti sono finite le foto dei lividi.