Valentina Sumini, un’italiana in orbita: «Costruisco l’hotel per turisti spaziali a 7 stelle. Ecco quanto costa»
|«Porterò i turisti in vacanza nello spazio già dal 2025». Parola di Valentina Sumini, ricercatrice italiana di 33 anni che ha lasciato il suo Paese per realizzare un’impresa al limite della fantascienza: costruire i primi insediamenti urbani lontani dalla Terra. Un cervello in fuga: ha vinto una borsa di studio al MIT di Boston con un progetto finalizzato a rendere abitabili gli altri pianeti e da allora è rimasta negli Stati Uniti. E se per arredare Marte le tempistiche sono più lunghe, per portare i civili su una stazione spaziale orbitante ci vorrà molto meno.
«Teoricamente – spiega Valentina Sumini – sarebbe già possibile inviare i primi turisti in una struttura ricettiva. Stiamo progettando un hotel orbitante di gran lusso con otto stanze, una palestra e un’area di ristorazione. Anche soltanto per poche settimane sarà possibile sperimentare la microgravità e vedere la Terra dall’alto».
Un’esperienza che non sarà alla portata di tutti…
«Per ora il turista spaziale dovrà affrontare una spesa di qualche milione di dollari, ma la spesa poi verrà abbattuta grazie all’intervento di compagnie private e sponsor».
Com’è nata la passione per lo spazio?
«Mio papà da piccola mi regalava astronavi da assemblare. Ho iniziato il mio percorso accademico come architetto e strutturista, poi ho avuto la possibilità di restare al MIT e di sviluppare progetti come un albergo orbitante intorno alla Terra, una base scientifica sulla Luna e una città su Marte. Tutto questo lo testiamo con la Nasa».
Il futuro dell’umanità sarà su un altro pianeta?
«Tra le nostre destinazioni ci sono la Luna e Marte, ma la priorità resta quella di salvaguardare la Terra. Possiamo scoprire molto cambiando la prospettiva di osservazione. Ritengo che uscire dal nostro pianeta può aiutarci a comprenderne le fragilità e ad agire in modo più consapevole viste le sfide climatiche che ci attendono.
Lei è un cervello in fuga dall’Italia. Ma sogna di ritornare nel Belpaese?
«Uno dei miei obiettivi costanti è tornare in Italia a fare ricerca e continuo a collaborare con atenei italiani di eccellenza. Credo però che al momento la ricerca scientifica non sia tra le priorità del nostro Paese».